Mappe di località, un laboratorio a Carugate (Milano)
10 Ottobre 2010
Incuriosita dall’idea di un gruppo di persone che si stava interrogando sul cambiamento culturale di un paese, rilanciai con – a mia volta – la proposta di partecipare di persona alla serata inaugurale tenendo un incontro sul tema “Identità, luogo e comunità”, e di incontrare il gruppo dei ‘ragazzi’ che se ne stava occupando insieme a Davide in anticipo, per dare loro la mia opinione sull’allestimento e concordare lo svolgimento della serata in base ai loro interessi/obiettivi.
E alla fine così è stato: mercoledì 6 ottobre sono andata di nuovo in questo posto davvero ben curato e amato da chi lo frequenta e/o gestisce, Atrion, centro socioculturale con annessa biblioteca cittadina, e lì ho visto montata la mostra. Semplice, pulita, ma profonda e stimolante, ciò che secondo me una cosa del genere dovrebbe essere. Il pubblico ha cominciato da affluire per poi, verso le 21, riunirsi nel salone in cui – anche qui con scelte dell’ultimo momento e con molta autogestione/autorganizzazione/improvvisazione – è stata presentata l’iniziativa e io a mia volta ho dato il via alla proposta. Sul tema che avrei voluto trattare mi sono limitata appunto a pochi minuti – il testo integrale da scaricare Identità, luogo, comunità: appunti per un dibattito, se foste interessati, ve lo rendo disponibile qui.
Poi ho proposto appunto la creazione di queste mappe e lì le persone (tra le 40 e le 50 a occhio e croce) hanno aderito con un inaspettato entusiasmo. Presi fogli A3 e cominciato a disegnarvi sopra individualmente o in piccoli gruppi di 2-3 persone, hanno concluso questa prima ‘tappa’ della serata per poi dedicarsi al meritato rinfresco, dal quale rientrare nel momento in cui io e Davide le abbiamo chiamate a raccolta dopo aver appeso su una vetrata di Atrion i loro lavori.
Qui ho chiesto loro di raccontare la propria mappa, ed è stato davvero affascinante verificare il loro piacere e la loro facilità nel raccontarsi nel momento in cui avevano uno ‘strumento’ visivo cui anche gli altri – gli uditori – potevano riferirsi per orientarsi nel paese attraverso gli occhi, il disegno e il racconto del narratore, così come è stato commovente vedere che alla narrazione del singolo facevano eco approvazione, commenti e condivisione di ricordi degli altri uditori, portando ciascuno a propria volta – sullo stimolo del protagonista del momento – le proprie storie e condividendole con gli altri.
Le persone erano sorridenti, felici e un po’ malinconiche – ma sempre lo si è parlando del proprio passato e di quando ‘si era giovani’. Nondimento, concretamente, sono venute fuori ipotesi per il futuro del paese – ora città – e a quel punto la mia proposta è stata di concludere la serata con una ‘mappa collettiva del desiderio’, che ritraesse come si voleva fosse la città in futuro. Ripristinare vie d’acqua coperte nel tempo dal cemento, individuare un’area per una grande piazza per una potenziale socializzazione – specie in orario serale – di contro all’assenza di un luogo atto a questo scopo, l’installazione di panchine dove le persone possano vedersi reciprocamente e parlare, qualche gelateria o osteria (o entrambe, per soddisfare i desideri di tutti) aperta in area centrale in orario serale, più piste ciclabili, e vie chiuse al traffico nell’area della futura piazza, ma uno scorrimento migliore per quelle destinate a portare i milanesi nei centri commerciali della zona – che invero non provocavano troppe critiche per concorrenza o simili, quanto piuttosto per il traffico e l’inquinamento che hanno portato in paese.