CRISTINA BALMA-TIVOLA

KRI "muovere [k] liberamente [ri]" | STI "stare [s] in moto [ti]" | NA "effetto [ā] del soffio vitale delle acque [n]"

Quelle perline di vetro che attraversavano il mondo…

Sto visitando un museo d’antropologia ogni due giorni, con una media di sei ore e 200 fotografie in ciascuno (non sono normale, lo so). E tra appunti, ostelli, e incontri in ogni luogo con amici deliziosi non ho materialmente tempo di scrivere. Ma stamane Cinciarella m’ha quasi estorto questo piccolo post per parlarvi d’una cosa che m’ha sempre incantato e ch’e’ praticamente sconosciuta.

In sintesi, volevo solo rendervi edotti del fatto che le perline di vetro – proprio quelle che associamo alla cultura materiale dei nativi americani (tra i quali Navajo, Sioux, Lakota) e che consideriamo senza ombra di dubbio distintive della loro cultura – non sono di produzione autoctona, ne’ di introduzione culturale recente, ma frutto degli scambi nativi-europei già dal XVI secolo.

Incredibile, nevvero? 🙂

Essi davano beni del territorio ai commercianti europei che si spingevano sin nelle loro terre, e ne ricavavano in cambio perline prodotte in manifatture di Praga o – quelle piu’ preziose ancora – addirittura da Venezia, gia’ famosa all’epoca per la soffiatura del vetro con le quali poi ornavano i vestiti, le giacche e i mocassini con i quali sono divenuti famosi e conosciuti in tutto il mondo.

A me queste storie che prevedono contatti interculturali cosi’ antichi fanno impazzire.
Le seguenti immagini sono esempi di tal produzione, dai musei di Monaco, Lipsia e Berlino 🙂