Curriculum
24 Luglio 2014
Sempre
più spesso mi rendo conto che – se valutiamo la nostra vita e il nostro
passato in base a questi maledetti CV (oltretutto secondo tragici modelli
standard) che dobbiamo compilare per inseguire collaborazioni precarie –
non possiamo non essere presi dallo sconforto, e dalla sensazione
d’aver fatto sforzi da elefante per partorire topolini.
Ecco, io vorrei invece un CV in cui fosse possibile indicare
– e venissero apprezzate – variabili quali la quantità e la qualità
degli amici che abbiamo scelto d’avere intorno, i sorrisi e le risate
che abbiamo regalato, le parole forti, utili e sane che abbiamo detto,
le volte in cui abbiamo cucinato per gli altri, i successi che abbiamo
aiutato gli altri a ottenere, i desideri che abbiamo contribuito a
realizzare, i momenti in cui abbiamo tenuto chi soffriva per mano o tra
le braccia, e via dicendo…
Le persone dovrebbero essere valutate – e dovrebbero potersi autovalutare – in base a queste cose.
Perché sono queste che, secondo me, alla fine danno la misura del loro valore, e del valore della loro vita.