CRISTINA BALMA-TIVOLA

KRI "muovere [k] liberamente [ri]" | STI "stare [s] in moto [ti]" | NA "effetto [ā] del soffio vitale delle acque [n]"

Tradimenti: che cosa patetica!

Meditavo da un po’ di tempo di scrivere un post su ciò che penso del tradimento. Oggi mi sono decisa. Ovviamente mi riferisco alla mia esperienza, e qualsiasi eventuale coincidenza in cui chiunque di voi si possa riconoscere è puramente casuale.

Buona lettura, e buona riflessione.

Sto sentendo la tua telefonata a lei nell’altra stanza, in cui ti rifugi per la privacy necessaria a quel contatto per mantenere un qualche legame anche dopo che io non ci sarò più – perché almeno di questo hai già la certezza.

 

Il tono della tua voce è così accondiscendente, gentile, falso verso quella presenza distante fisicamente quanto emotivamente da ciò che tu sei qui, ora, insieme a me e nel calore delle mie braccia, nello scambio di sorrisi, in una casa impregnata del nostro sudore.

 

 

E anche io già penso al futuro, a quando la perfezione di questo istante s’incrinerà ed emergerà la mediocrità del tentativo di salvare un qualche rapporto tra noi, di tentare di ricreare ciò che è stato o di lanciarci insulti reciproci, in cui tu mi dirai che la mia delusione è dovuta al mio non aver avuto da te un rapporto continuativo e in esclusiva provocandomi così una rabbia feroce verso me stessa per essere stata a letto di nuovo con un ometto limitato, incapace di un pensiero un po’ più complesso e profondo della pochezza di questo.

 

 

Allora, con estrema pazienza, ti ri-spiego una volta per tutte. Il problema non è quello. Non era che volessi un rapporto continuativo con te – ho abbastanza ragioni di rifiuto di un’ipotesi del genere a partire dalla tua tendenza a tradire (la fiducia altrui) e a voler poi salvare capra e cavoli (compensando ciò che in un rapporto ufficiale ti manca con una persona che ti saturi quella carenza e fregandotene serenamente che le persone non sono spezzettabili come quarti di manzo in funzione dei tuoi bisogni), per poi continuare appunto con la mancanza di sincerità (in primis verso te stesso) e infine concludere con il palese scarto tra il tuo io pubblico e il tuo io privato.

 

Per favore, cerca di capire con chi hai a che fare e di renderti conto che io nella miseria e nella pochezza di situazioni del genere non penso neanche a starci.

 

 

Come puoi pensare che una che si sbatte a 360° per esortare chiunque a vivere senza doversi per forza svegliare a farlo per il tramite del confronto diretto con una data di scadenza potenziale e verosimile (com’è stato per me), per resistere senza suicidarsi alle violenze e ai soprusi quotidiani, malgrado fatiche inaudite, assenza di compromessi, disperata lucidità, periodica solitudine, miseria economica e insoddisfazione lavorativa possa diventare una tua amante continuativa, stare dentro limiti, costrizioni, prigioni, paletti, e replicare – complementare a ciò che hai già – la parzialità appunto del rapporto ufficiale che già intrattieni?

 

Avresti potuto propormelo a 20 anni, quanto avevo abbastanza ormoni in corpo da infischiarmene di altre modalità di ricerca del piacere, ma a 40 anni non puoi pensare di scopare con me credendo che mi si accenda e spenga il corpo con due slinguate e un paio di fantasie per quanto intriganti, eh? In virtù di che dovrei quindi piegarmi a tanta tristezza, se appunto godo di più nel masturbarmi da sola, piuttosto?

 

 

Perché se a te sta bene appunto vivacchiare salvando il salvabile, per me quella roba è squallida. Tutto qui. Ergo non ti sono complice. E guarda, mi dispiace dirtelo perché so quanto sei narcisista, ma non sei così originale nella tua esistenza e non mi puoi proprio dire che le storie di tradimento non s’assomigliano: sono tutte fatte con lo stampino.

 

C’è un lui o una lei che non dà – non ha mai dato o non dà più – ciò di cui l’altro/a ha bisogno, e questo è il fattore di crisi che apre alla potenziale presenza di una terza persona. Questa arriva, fa breccia, rende felici, rappresenta un’alternativa, e poi viene ridimensionata e forzata ai confini d’un ruolo ‘utile’ alla persona della coppia in questione che ha compiuto il tradimento. Diventando appunto giusto un sex toy.

 

 

 

Perché c’è sempre un legame tra i due della coppia – o in virtù del ricordo del passato che in qualche modo dispiace abbandonare (che tristezza essere a metà della propria esistenza e già pensarsi morti) o perché dà l’illusione di presenza (da qualche parte in qualche modo) in virtù d’un contratto e quindi d’un apparente impegno preso (che poi nella concretezza non c’è mai: le persone sono sempre distanti o tengono reciprocamente le distanze, vivono vite a parte l’una dall’altra, sono reciprocamente anaffettivi e spenti ma pieni d’arroganza e cattiveria nei confronti dei single o dei loro amanti come se anaffettivi o al contrario meritevoli di compassione perché troppo innamorati fossero questi ultimi; scendete giù dal pulpito, và!), senza scomodare i vari alibi tipo figli, parenti anziani, problemi economici, casa in comproprietà ecc.

 

 

Orbene: menate. La parola giusta è “vigliaccheria”. Paura di seguire ciò che rende veramente felici e di rischiare di perdere tutto. Paura d’essere se stessi e di non venire socialmente accettati nel momento in cui ci si palesasse nella propria verità. Paura anche di fare del male a chi non funziona con noi ma che pur abbiamo accanto. E quindi si convive piuttosto con menzogne e sensi di colpa – come se questi avessero una qualche utilità e non fossero invece forieri d’ulteriori danni rispetto alla sincerità d’essere ciò che si è realmente. Santo cielo, che squallore!

 

 

 

Minerva non ha mai tradito quando stava con qualcuno – perché non infrange la fiducia che un’altra persona ha in lei. Piuttosto chiude con tutta la delicatezza possibile un rapporto prima (per quanto ciò rappresenti una fatica spaventosa a fronte d’un esito normalmente comunque devastante e dolorosissimo), e poi si dedica alla persona nuova. 1) In primis perché se ti viene accordata fiducia all’interno di un patto – anche non scritto – cui tu aderisci, è ignobile, secondo lei, infrangerlo. Poi perché 2) col tradimento la persona tradita si chiederà mille volte la ragione per cui ciò è capitato e che cosa lei non avesse che aveva invece l’altro/a, provando in tal modo senso d’inferiorità e d’inadeguatezza.

 

 

E la sottoscritta non ha alcuna intenzione di far provare qualcosa del genere a un’altra persona: ciò di cui piuttosto ci dovremmo rendere tutti conto, e dovremmo riuscire a trasmetterlo agli altri quando concludiamo un rapporto, è che le persone possono essere meravigliose ma i rapporti tra loro comunque non funzionare. Così nessuno patirebbe il pensiero di non valere abbastanza.

 

 

 

 

 

Per questa ragione la buona Minerva – che è sempre un’amante (nel senso nobile del termine, se pur talvolta pure in quello ignobile) – un po’ ci prova, poi perde l’interesse e, nel malaugurato caso in cui l’ometto inetto continui, infine s’arrabbia.

 

Perché lei ingenuamente si lascia anche andare alla follia senza calcolo alcuno delle conseguenze di questa (tanto non certo la sua vita finisce senza l’ometto di turno) e sempre col pensiero di dare una svegliata all’interlocutore (ehi, pensi che la tua moglie/compagna ti salverà dalla sofferenza e dalla morte un domani? Guarda che ha già cominciato a farti provare entrambe le cose non dandotela manco nell’oggi in cui siete a metà della vostra vita – te ne rendi conto o no?).

Ma tutto ha un limite, e questo è visibile a occhio nudo alla velocità della luce 🙂

 

 

Queste situazioni – ahimè – sono davvero fatte con lo stampino. Ed è per tale ragione che – se sono un’amante per qualcuno già accoppiato – poco dopo il piacere travolgente di qualcosa di perfetto io me ne vado sputando sopra qualsiasi soluzione che tiri a trattenermi ancora in seguito.

 

Io sono una persona pulita, sincera, onesta e infine libera, e nella libertà – nell’assenza di ‘paletti’, ‘ruoli’, aspettative’, ‘confini’ – c’è la possibilità d’andare in luoghi inesplorati, potenti, assoluti.

E c’è la possibilità – se ci si deve proprio legare a qualcuno/a – di farlo con il pensiero che non solo quella persona sia perfetta (e già se m’hai preso come amante pur avendo qualcuno/a, hai dimostrato che tu non lo sei), ma che potenzialmente potrebbe esserlo anche la relazione.

 

 

Se i tradimenti non mi stanno bene è in virtù di tutto questo. E se tu hai pensato che dietro il mio fastidio per la tua proposta d’essere amanti e il mio rifiuto di scoprire chissà quali vertici di piacere vi fosse qualcosa di meno o di diverso da ciò che ti ho scritto, beh… hai dimostrato che in te non solo vi sono vigliacchieria e mediocrità, ma che difetti pure d’acume.

 

Io ho sentito le cose in questo modo, così come in questo e in quest’altro, con te (sì, lo capisco: paura, eh?), e quindi – fossi in te – accenderei un cero per ringraziare di ciò che hai potuto godere anche se solo per un istante e cercherei di dimenticare al più presto la felicità che hai provato così da tornare presto alla tua (in)felice sopravvivenza

 

 

Ah, come ti dicevo all’inizio, non sono nuova a certe situazioni: sei almeno la terza persona che sento parlare a voce bassa, rassicurante, suadente, amorevole nella stanza a fianco. E la terza nella cui bocca, quando torni, ficco la lingua ridendo – amaramente e consapevolmente.

Bene, ora ne sai la ragione 😉