L’ampiezza dell’oscillazione del pendolo
17 Maggio 2012
E così mi è stato detto che sono estrema. Ovvero che le oscillazioni del mio carattere, del mio comportamento, e del modo in cui vedo le cose sono estreme.
E contemporaneamente viro sull’intensità di contro alla mediocrità.
La vita per me è un continuo bilanciamento di opposti, così come il mio carattere e il modo in cui vedo i rapporti. Ma per ciascuno di noi l’oscillazione tra la felicità e il dolore può avere ampiezze diverse. Per me sono molto ampie. In questo sono ‘estrema’: compassionevole verso le fragilità altrui quanto chirurgica nel dolore che provoco di risposta ai torti che oltre un certo (invero molto ampio) limite subisco; capace di estasi paradisiaca e di energie che cambiano in meglio la vita a chi ho intorno quanto di distruzione e autodistruzione quando invece sto male; dotata di pensieri e riflessioni intense quanto la mia forza per cui comunque non mi lascio alla fine sopraffare dalla rabbia o dal dolore che pur provo drammaticamente quando accadono.
Anche perché io, comunque, la sopravvivenza ce l’ho garantita se non altro dalla determinazione a essere felice, con tutte le mie forze e malgrado qualsiasi colpo avverso del destino. E, qualora non fosse, prima combatto con le unghie e con i denti per tentare il tutto per tutto e garantirmela, poi mando il tentativo a carte e quarantotto e pazienza!