Salone del libro, piccoli editori e discorsi/reti controculturali
19 Maggio 2011
Eppure ci sono cascata anche stavolta – sebbene stavolta, rispetto alle precedenti, mi sia fatta un po’ più furba.
ostinato, di questi tempi) di raccontare la realtà che ci circonda”: impegnatissimi nell’anasi della realtà contemporanea, il loro catalogo è per chi, soprattutto tra i giovani, vuole informarsi sulle figure e i passaggi-chiave della società non solo italiana degli ultimi decenni, anche con un punto di vista estremamente critico, sempre sulla soglia dei grandi interrogativi dell’esistenza (per es. in merito alla violenza, alla religione, alle relazioni ecc.)
Ad est dell’equatore non è un luogo, e
nemmeno un’utopia. È un puntino, che rosseggia lontano all’orizzonte,
verso il quale abbiamo deciso di dirigerci. È un viaggio che abbiamo
iniziato nel 2008, carichi di passione, entusiasmo,
curiosità, progetti. È questo il nostro modo di muoverci ed è così che
intendiamo fare libri: non rinunciando a nessuna di queste componenti. I
libri sono la nostra scommessa: farli, oggi, è difficile, ma noi
crediamo ancora che possano inventare il migliore dei mondi
possibili. Che possano raccontare il bello, ma soprattutto
possano insinuare il dubbio, insidiare il lato oscuro delle cose,
svelare inganni, informare e controinformare. Il nostro viaggio è
cominciato nel retro di una sartoria, a Ponticelli, un’area periferica
di Napoli circondata da strade senza curve e palazzi tutti uguali. Da
qui abbiamo mosso i primi passi e, continuando a viaggiare, abbiamo dato
vita ad un catalogo che oggi comprende una collana di narrativa, “I
virus”, una collana di scrittura altra, “Liquid” , una collana che
raccoglie la letteratura che ferisce, “Ni Mu”, e una nuova collana,
quella di saggistica, “I Barbari”.
Non ci fermiamo. Continuiamo a pensare
libri, intrecciare persone e storie, immaginare mondi. In pochi mesi
siamo riusciti a coinvolgere nel viaggio i nuovi autori della scena
campana: Angelo Petrella, Riccardo Brun, Maurizio De Giovanni, Luigi
Pingitore, Andrea Santojanni, Luca Maiolino, Valerio Lucarelli, Carmen
Pellegrino, Mario Gelardi. Ma anche attori (Giuseppe Miale di Mauro,
Adriano Pantaleo). Fotografi (Mario Spada). Musicisti (A67). È con tutti
loro che ci muoviamo.
Ed è con loro che mi muovo io, sognando un giorno un grande salone dei piccoli editori e della autoproduzioni in qualche vecchio hangar o in qualche area dismessa. Perché se ho già riserve rispetto a questi grandi Saloni e a chi li organizza, parimenti trovo tremendo un concetto di occupazione di suolo pubblico a pagamento che uccide l’espressione dei piccoli. Di quelli che ci mettono il cuore in ciò che fanno. Ovvero tutti noi.
E’ possibile pensare a una rete per il sostegno di questi discorsi, queste pratiche, questi soggetti (nelle parole dei quali li sentiamo già ‘amici’ dei quali essere complici)? Voi che dite?