Video “Identità culturale” online
25 Dicembre 2007
Il tema dell’identità culturale è oggi al centro delle riflessioni in diversi ambiti della ricerca sociale. In un mondo in corso di globalizzazione economica e culturale, in cui gli stessi ricercatori sociali si trovano su interpretazioni distanti se non contrapposte, si sentono frequentemente nazioni, comunità, popolazioni rivendicare il diritto alla propria identità etnica e culturale, si vedono simboli, abitudini e valori accorpati per distinguere certi gruppi da altri, si cercano origini e legami col territorio che giustifichino la purezza di una ‘stirpe’ arrivando, nei casi più estremi, all’invenzione della tradizione.
Di fronte a una situazione del genere esiste di fatto uno ‘scollamento’ tra la dimensione dell’esperienza della realtà quotidiana e la dimensione della riflessione che i ricercatori, preposti a fare ciò, operano su tale esperienza e tale frattura porta le persone che vivono l’una o l’altra delle due dimensioni a ‘perdere’ quelle possibilità di conoscenza e comunicazione reciproca sulla realtà che sarebbero prioritarie e sostanziali per l’esistenza di entrambe.
Un giorno, mentre leggevo Lo studio dell’uomo di Ralph Linton, pensai che se quei contenuti sociali e culturali ‘seri’ fossero stati espressi in forma di gioco visivo, forse anche spettatori abituati a percezioni veloci e ‘leggere’ come quelle di videoclip e spot pubblicitari si sarebbero soffermati a seguire il gioco proposto e così, inconsciamente, ad apprendere un contenuto complesso e soprattutto a ri-conoscere sotto un’altra luce ciò che già vivono abitualmente.
Il mio tentativo è stato quello di trovare una nuova forma espressiva a tale comunicazione, una forma espressiva che permettesse a tutti le persone che abitano in questo mondo – indipendentemente dai livelli di competenza nell’analizzarne le dinamiche – di riconoscere alcune caratteristiche della propria vita quotidiana come frutto di ibridazioni e quindi promuovesse in loro una maggiore apertura alla diversità e al dialogo tra reciproci ‘altri’ che la storia dell’uomo ha già provveduto in passato a non essere così distanti e così ‘irriducibili’ reciprocamente.